AnnaGiùDalTram

venerdì 16 gennaio 2015

Ricevuta canaglia.

Ragazzi io ve lo dico: state in guardia. Da oggi, con l’iscrizione al gruppo di Facebook “Amici dello scontrino e della ricevuta fiscale” dichiaro la mia personalissima guerra all’evasione. La povertà aguzza l’ingegno e affina le tattiche di uguaglianza e sopravvivenza. Punto primo: io, che sono dipendente, le tasse non le scampo. Né le vorrei scampare perché di principio le trovo corrette e coerenti. Solo che poi ci sono i cerebrolesi che evadendole si arricchiscono in maniera inversamente proporzionale al nostro tracollo. Punto secondo: i furbetti devono fare la stessa fine dell’asfalto sotto il rullo compressore. Fine. Senza pietà. Basta. Punto terzo: dobbiamo smetterla di vergognarci a chiedere scontrino e ricevuta fiscale. È un atto dovuto. Non c’entrano l’onestà, l’altruismo e la pace nel mondo. Se io compro una cosa da te, se tu mi eroghi una prestazione, tu dichiari che ti ho pagato. Bon. E non tiratemi fuori la storia del “senza ricevuta fa tot; con la ricevuta e beh, il prezzo cambia…”. Ma come? Ladro e imbroglione che non sei altro. Non è  uno sconto quella roba lì: è una truffa! Tu mi fai pagare meno e mi imbonisci con questa manfrina perché sai che sono sul lastrico. Ahhhh…furfante: levati il sorrisino da crocerossino perché stai pur sempre riempiendo le tue di tasche, non stai facendo un’opera umanitaria nei miei confronti.

Mi attirerò le ire della categoria ma i peggiori sono i medici. L’ho detto. Non tutti, ovviamente, come in ogni situazione della vita. Ma sono veramente tanti quelli che tentano il colpo. I dentisti poi… Sono stata così abituata male negli anni che, tempo fa, decidendo di affidarmi ad un’altra professionista della dentatura, al momento della presentazione del preventivo, sottovoce e con imbarazzo ho accennato: “Il prezzo quindi è questo? O…”. La dottoressa mi ha guardato con aria interrogativa, ha sbarrato gli occhi, corrucciato le sopracciglia e ha risposto: “Ja, es ist!”. Al che mi sono ricordata subito che era tedesca e che, per forza, certi barbatrucchi che facciamo noi italiani campioni di disonestà, loro non li conoscono. Mi sono sentita un po’ scema, poi il mal di denti ha prevalso. Le ho lasciato giù la cifra utile per andare 15 giorni in vacanza a Formentera in 4, in alta stagione. Ma un po’ sollevata, io, con le chiappe al sole a Bergeggi, una domenica di maggio e non di più, ho pensato: “Con tutte le tasse che lo Stato italiano le farà pagare sul guadagno avuto coi miei denti, se non altro non potrà permettersi l’all inclusive: tiè!”.