Visto che ho perso il famoso tram, come dicevo nel mio primo post, ho deciso che mi toccherà osservare la realtà, quiggiù, da basso. Così mi guardo intorno e mi rendo conto di essere diventata intollerante. A volte scopro delle intolleranze improvvise. E quando sopraggiungono mi si infilano nella testa come dei tarli, cosicchè farle andare via diventa impossibile. Al massimo provo ad esorcizzarle. Per cui, le scrivo. La mia ultima intolleranza (poi se volete snocciolerò anche le altre, per carità, ma per il momento non voglio ancora dare l'idea di essermi fatta travolgere dal cinismo più esasperato), la mia ultima, dicevo, è il fastidio pruriginoso che mi provocano i negozi che si chiamano "Non solo vattelapesca".
Ma perchè? Ma cosa vuol dire? Facciamo un esempio. Vedo proprio qui di fronte a me un "Non solo pane". Bene. Quindi ciò mi dà il diritto di entrare e poter ordinare un paio di scarpe o una brugola? Dove sta il problema di definirsi "panetteria"? Da che mondo e mondo, lo sappiamo tutti che andando in un forno si trovano le pizze, le focacce, molto spesso i biscotti e le brioches. Per non parlare dei vari prodotti confezionati e simili. E allora? Intanto comincia a far bene il pane e fammi venire nel tuo negozio perchè sforni biove croccanti che non hanno sei chili di mollica dentro. E poi ascolta, testa di quiz, se non trovi un nome originale per la tua attività -che per altro dovrebbe essere la cosa con cui convivi di più giornalmente, quindi battezzala come si deve perdinci!- ma se proprio fantasia non ne hai, non copiare dal tuo vicino di serranda che fa il fiorista e ha chiamato il negozio "Non solo fiori"; non credere al falso mito del tuo dirimpettaio che ha aperto un negozio di dischi e lo ha chiamato "Non solo musica"; e non farti neanche abbindolare dall'enoteca all'angolo che si chiama "Non solo vino". Essendo un'enoteca, come minimo mi aspetto che venda anche canottiere e tupinambour. No?! Pensa all'aroma del tuo pane caldo, pensa alla fatica di svegliarsi nel cuore della notte per infornare. Pensa alla sciura che vuole i grissini sempre un pò più cotti di come li fai, che si lamenta sempre ma sarà tua cliente per tutta la vita perchè le ciabattine, come le fai tu, non le fa nessuno. Pensa alla bellezza del tuo mestiere. Lo definiresti ancora "Non solo pane"?. No, secondo me, no.
Ma perchè? Ma cosa vuol dire? Facciamo un esempio. Vedo proprio qui di fronte a me un "Non solo pane". Bene. Quindi ciò mi dà il diritto di entrare e poter ordinare un paio di scarpe o una brugola? Dove sta il problema di definirsi "panetteria"? Da che mondo e mondo, lo sappiamo tutti che andando in un forno si trovano le pizze, le focacce, molto spesso i biscotti e le brioches. Per non parlare dei vari prodotti confezionati e simili. E allora? Intanto comincia a far bene il pane e fammi venire nel tuo negozio perchè sforni biove croccanti che non hanno sei chili di mollica dentro. E poi ascolta, testa di quiz, se non trovi un nome originale per la tua attività -che per altro dovrebbe essere la cosa con cui convivi di più giornalmente, quindi battezzala come si deve perdinci!- ma se proprio fantasia non ne hai, non copiare dal tuo vicino di serranda che fa il fiorista e ha chiamato il negozio "Non solo fiori"; non credere al falso mito del tuo dirimpettaio che ha aperto un negozio di dischi e lo ha chiamato "Non solo musica"; e non farti neanche abbindolare dall'enoteca all'angolo che si chiama "Non solo vino". Essendo un'enoteca, come minimo mi aspetto che venda anche canottiere e tupinambour. No?! Pensa all'aroma del tuo pane caldo, pensa alla fatica di svegliarsi nel cuore della notte per infornare. Pensa alla sciura che vuole i grissini sempre un pò più cotti di come li fai, che si lamenta sempre ma sarà tua cliente per tutta la vita perchè le ciabattine, come le fai tu, non le fa nessuno. Pensa alla bellezza del tuo mestiere. Lo definiresti ancora "Non solo pane"?. No, secondo me, no.