Alzi la mano chi non ha mai
dovuto partecipare a una “serata materassi”. Se non avete ancora avuto
l’occasione, lasciate il vostro numero di telefono tra i commenti qui sotto, così
la prossima volta che mi chiamano un sabato pomeriggio di giugno per sapere se
alla sera ho voglia di chiudermi tra le pareti dell’associazione degli amici
delle campane della cappella di San Pancrazio, per assistere all’ennesima
presentazione del materasso miracoloso, faccio un bel trasferimento di
chiamata. Sul vostro cellulare. Perché ragazzi, certe esperienze nella vita, si
condividono. Mi chiedo perché ci siano rogne che capitano sempre agli stessi.
Vi racconto come funziona, per
voi che magari siete ignari. Ci sono aziende che si occupano della
realizzazione di prodotti, i più gettonati e rinomati sono i materassi, i quali
però non hanno un canale di vendita in negozio, bensì si fanno invitare dalle
varie associazioni dei paesi che hanno il compito di riunire un certo numero di coppie;
queste devono ascoltare la presentazione del prodotto e, cosa auspicabile,
comprarlo. In cambio si riceve un bonus in cash che, di sti tempi, fa sempre
gola. Così parte la spasmodica ricerca di coniugi -o surrogati- sacrificali che
abbiano voglia di pupparsi la serata per raggiungere il quorum necessario al fine
di ottenere i soldi promessi dall’azienda. Numero minimo di coppie: 25. Sulla
totalità c’è anche qualcuno che poi compra il prodigioso materasso in schiuma
di lattice estratto da papaveracee di origine protetta o il cuscino che
neutralizza i dolori cervicali o le doghe che alzi e abbassi con il telecomando
come in un valzer in posizione orizzontale. Il problema però, sta proprio nel
trovarle, ste coppie. Ci sono mogli che piuttosto di andare ad una di queste
serate rinunciano agli alimenti; mariti che fanno i turni di pulizia
nell’ufficio del capo pur di non arrivare a casa in tempo e poter evitare la
sciagurata serata. Così capita che arrivati all’appuntamento, di solito nella
sede dell’associazione che ha organizzato il tutto, parta il toto coppie. Ho visto
abbinamenti degni degli esperimenti della Roslin Institute –dove hanno clonato
la Dolly, solo per dire- io sono stata più volte abbinata a ultrasessantenni, a
quindicenni e a donne. Tra omosessualità e illegalità ho pure dovuto fare da
cavia per provare la comodità del materasso. Vi spiego. Per far sì che tutto il
pubblico lo possa ammirare nella sua bellezza, di solito il rappresentante
piazza doghe e materasso su un tavolo. Poi chiede a uno sfigato a caso del
pubblico di fare da tester. A me è ovviamente capitato due volte. “Prego salga,
si stenda, si accomodi, si giri, prima di lato, poi a pancia in giù, poi
supina, poi prona…”. Ou.
Comunque ve lo assicuro, sti
materassi sono meravigliosi. Tutte le coppie presenti arrivano ad un certo punto
apicale della serata in cui farebbero carte false pur di averlo. Poi ti dicono
il prezzo e ritorni a pensare che quei due assi di compensato che hai sotto la
schiena la notte, siano tanto salutari.
Io, che mediamente alla mia vita
non faccio mai mancare esperienze forti, ho fatto anche la serata sui
depuratori d’acqua e sugli antifurti. La cosa interessante di quest’ultima è
che l’Aib che l’aveva organizzata, per circuire il maggior numero di
partecipanti, aveva pensato di aprire la serata con un giro pizza a 5 euro. Il
tentativo di fuga subito dopo essermi riempita la pancia però, non è andato a
buon fine. Fatto sta che ho dovuto assistere a una manfrina dai toni piuttosto
apocalittici. Il rappresentante in questione, prima di proporci il prodotto, ci
ha fatto vedere dei video in cui ladri senza scrupoli si intrufolavano di notte
nelle camere dei bambini, rapinatori in passamontagna aggredivano donne inermi,
furfanti a piede libero svaligiavano la casa dagli affetti più cari, e giù di dati
con cifre allarmanti sui furti in appartamento. Una roba da trauma piscologico
immediato. C’era gente che mentre sto qui parlava chiamava i vicini di casa per
sapere se avevano visto movimenti sospetti; altri, li ho visto benissimo, si
toccavano ripetutamente nei punti nevralgici contro la scalogna. Al termine
della presentazione del miglior antifurto mai concepito, il rappresentante
passava tra le coppie e chiedeva che tipo di casa avessero, se fossero poi così
certi che fosse sicura o che mentre loro stessero lì non ci fosse già una banda
armata che gli stava facendo la festa; se sapessero che non basta vivere in un
appartamento al 62esimo piano, per poter stare tranquilli.
Morale della favola: io
l’antifurto non l’ho comprato, in compenso la pizza che avevo tanto apprezzato
mi è andata di traverso. Sono tornata a casa col fiatone. E ho pensato che solo
con un materasso riempito con fieno aromatico delle valli cuneesi, avrei
dormito sonni tranquilli.