sabato 27 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
Il mio Noncabolario -parte 1-
Ci sono espressioni che non
sopporto. Mi dà fastidio il “condivido” detto da chi digrignando i denti in
realtà la pensa in modo diametralmente opposto al tuo. E quel “condivido” è
solo un modo elegante per cospargere la supposta col miele.
Mi danno i nervi le
ragazzette che iniziano monologhi dicendo “con il mio ex e bla bla bla”. Hai 18 anni mal contati e la spocchia da cinquantenne radical chic: ascolta me, se
continui di sto passo tra non poco ne avrai così tanti di “ex” che memorizzando
il tuo nome sul cellulare alla voce “ebola”, ti faranno passare la voglia di
tirartela per essere stata piantata.
Non sopporto la parola “condoglianze”
fondamentalmente perché non vuol dire nulla. E’ un escamotage senza sentimento
per riempire un silenzio quando non si sa cosa dire. Ecco, a volte, il silenzio,
sarebbe proprio l’unica cosa da dire.
Mi danno l’orticaria quelli che usano
perifrasi e avverbi per arricchire concetti vuoti: “invero, sebbene, malgrado,
cosicché”. A volte cado anch’io in questa trappola e allora cerco di ripetermi
come un mantra “parla come mangi il pollo, parla come azzanni la pizza, parla
come pucci i biscotti nel tè”. Non sembra, ma poi riesco a farmi capire meglio.
lunedì 15 dicembre 2014
Giù il sipario.
Il dolore dev’essere intimo. Non ha nessun senso lasciarlo
in balìa di sconosciuti e curiosi. Va custodito e vissuto con dignità e
affrontato con chi ha orecchi e cuore per capire. Con chi c’è e con chi rimane,
nonostante tutto. Altrimenti si corre solo il rischio di sembrare “dei patetici
coglioni”.
martedì 9 dicembre 2014
Velociraptor, aiutaci tu!
C’è una categoria di invertebrati
che ultimamente mi sta capitando di frequentare più spesso da quando viaggio in
tangenziale per recarmi al lavoro. Sto parlando di quelle teste di quiz che
quando sulla A55 si sta appiccicati come il 15 di agosto sulla spiaggia di
Borghetto Santo Spirito, loro, i cicisbei, passano con nonchalance nella corsia
d’emergenza. Tranquilli come delle pasque, oltretutto. A me in quei momenti
scatta l’ultras alla Giovanna d’Arco e vorrei virare tutto a destra per pararmi
in mezzo alla loro saccenza. Ma perché la tua specie non è ancora in via d’estinzione?
Sai cosa ti augurerei? Di stare una settimana rinchiuso in una voliera di
piccioni a spartirti il pane duro con quei pennuti. Ma secondo te, se siamo
bloccati come una coscia di pollo nell’esofago, ci sarà un motivo no? Molto
probabilmente qualche sfortunato ha fatto un incidente, oppure c’è qualche
cristiano che sta lavorando. Se non per noi che siamo tutti dei barboni in coda
con te, almeno per questi poveracci, non ce l’hai un po’ di rispetto? Arrogante e snob che non sei altro. Ogni
giorno spero che dall’alto arrivi un elicottero della polizia stradale che ti afferri
con gli artigli come un velociraptor e ti scarichi poco più in giù, a fare
compost all’Italconcimi. Esisterà una
punizione divina per i prepotenti cafoni come te. O no?
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