AnnaGiùDalTram

mercoledì 27 agosto 2014

Se l'impiegato pubblico finisse su Tripadvisor, quante stelle prenderebbe?

Voglio istituire il tripadvisor degli uffici pubblici. Immagino che ognuno di voi abbia la sua esperienzuccia simpatica da condividere. Io questa mattina vado al centro per l’impiego, pensando che fosse meglio di una telefonata. Col senno di poi…Va beh. Vado, ore 9.30 circa. Non c’è anima viva. L’impiegata è libera e scazzata mi dice “prego”, facendomi capire che devo anche muovere le chiappe e sbrigarmi a sedermi davanti alla sua scrivania. Cominciamo bene. Le spiego con garbo il motivo per cui sono andata lì, concludendo con un “che cosa devo fare?”. Al che la (aspettate un momentino, devo trovare un sinonimo di stronza…mmm…niente da fare, non lo trovo, spiace che debba scrivere una parolaccia ma, davvero, non trovo le parole). Comunque la “lei” mi fa “Ah io non so proprio cosa dirle”. Sorrido e dico “bene…”. Vorrei anche suggerirle che tanto per iniziare può smetterla di mangiarsi i Plasmon mentre le sto parlando, sputandone residui mollicci e inumiditi sulla tastiera del computer. Ah ecco, il pc. Razza di una cariatide, che ne dici, per esempio, di controllare sul monitor la mia situazione lavorativa? Così, te lo do come suggerimento. Lo fa, mandandomi chiaramente una makumba con lo sguardo. “E ma qui risulta che lei bla bla bla, quindi niente”. No, un attimo. Niente cosa? Mi chiudo tra me e me un secondo e faccio filosofia zen. Poi chiedo -sempre garbatamente perché comunque si tratta di una persona anziana che sta lavorando e dunque le devo il massimo rispetto- “potrebbe spiegarmi che cosa si deve fare in questi casi”? Mi dice, guardando sopra le lenti da riposo con la montatura lilla e il cordino in tinta che le balla sulle guance che ballano pure loro ad ogni suo sussulto: “Io non posso dirle quali soluzioni prendere”. Beh, credo, se non erro e non voglio addentrarmi nella deontologia professionale dell’impiegato del centro per l’impiego, ma pare e scusa se mi permetto di fartelo notare, che in realtà, fornirmi una quadro sommario dei percorsi che potrei affrontare, rientri tra le tue competenze. Sorrido di nuovo, ma preferirei infilzarmi la giugulare con le bic che tiene ordinatamente impilate nel portapenne sulla scrivania, e le dico: “Guardi, io non le sto chiedendo di fare delle scelte per me, avrei solo bisogno di sapere quali sono le alternative che ho per risolvere questa impasse, quali procedimenti burocratici dovrei eventualmente avviare…”. Niente, scuote la testa con falsa desolazione come se le cose che dovesse dirmi facessero parte della riserbo che si deve al terzo segreto di Fatima. Così la mia gita a Susa si conclude mestamente nel giro di tre minuti netti con un nulla di fatto. Nella mia recensione su questa simpatica vecchina vorrei scrivere che mantenere una evidentissima svogliatezza nel fare il suo lavoro è piuttosto disdicevole, soprattutto se operi in un ambito in cui ti trovi a contatto con persone che un lavoro, invece, non ce l’hanno. Forse avrebbero più diritto loro di essere scazzati, ne convieni, befana? Ah. E poi magari fai una cosa furba: dimostra che i centri per l’impiego servono davvero a qualcosa. Ritirati e lascia il posto a qualcun altro. Così ne impieghiamo uno e mettiamo un segno positivo a sta desolazione.   

venerdì 1 agosto 2014

Panta rei.

Cambia tutto. Cambiano gli orari dei treni, che se non ti aggiorni, per tre minuti, li perdi. Cambiano le mode, vanno i pantaloni a vita alta, non vanno più, vanno di nuovo. Cambiano le stagioni ma quasi mai ad intervalli regolari. Cambiano le architetture, tipo i lampioni a boule del Palazzo di Giustizia sono inconfondibilmente anni ’90 e adesso, nessuno li metterebbe più. Cambiano i conduttori televisivi, le veline e i fidanzati delle veline. Cambiano gli allenatori e le maglie dei calciatori. Cambiano –ma potrebbero cambiare di più- i politici e i governatori. Cambiano i capi d’industria, spesso perché devono momentaneamente recarsi in galera. Mio fratello Luca dice che si può cambiare marito, religione, partito politico, anche sesso ma che la squadra del cuore –salvo rarissimi casi di disorientamento mentale- non si cambia mai. Vero. Sottoscrivo. C’è una cosa però che in modo granitico resta tale e quale a se stessa e non accenna a subire l’evolversi dei tempi. C’è una e soltanto una cosa che non cambia e non cambierà mai: la pubblicità della cedrata Tassoni.