Voglio istituire il tripadvisor
degli uffici pubblici. Immagino che ognuno di voi abbia la sua esperienzuccia
simpatica da condividere. Io questa mattina vado al centro per l’impiego, pensando che fosse meglio di una telefonata. Col senno di poi…Va beh.
Vado, ore 9.30 circa. Non c’è anima viva. L’impiegata è libera e scazzata mi
dice “prego”, facendomi capire che devo anche muovere le chiappe e sbrigarmi a
sedermi davanti alla sua scrivania. Cominciamo bene. Le spiego con garbo il
motivo per cui sono andata lì, concludendo con un “che cosa devo fare?”. Al che
la (aspettate un momentino, devo trovare un sinonimo di stronza…mmm…niente da
fare, non lo trovo, spiace che debba scrivere una parolaccia ma, davvero, non
trovo le parole). Comunque la “lei” mi fa “Ah io non so proprio cosa dirle”.
Sorrido e dico “bene…”. Vorrei anche suggerirle che tanto per iniziare può
smetterla di mangiarsi i Plasmon mentre le sto parlando, sputandone residui
mollicci e inumiditi sulla tastiera del computer. Ah ecco, il pc. Razza di una
cariatide, che ne dici, per esempio, di controllare sul monitor la mia
situazione lavorativa? Così, te lo do come suggerimento. Lo fa, mandandomi
chiaramente una makumba con lo sguardo. “E ma qui risulta che lei bla bla bla,
quindi niente”. No, un attimo. Niente cosa? Mi chiudo tra me e me un secondo e
faccio filosofia zen. Poi chiedo -sempre garbatamente perché comunque si tratta
di una persona anziana che sta lavorando e dunque le devo il massimo rispetto- “potrebbe
spiegarmi che cosa si deve fare in questi casi”? Mi dice, guardando sopra le
lenti da riposo con la montatura lilla e il cordino in tinta che le balla sulle
guance che ballano pure loro ad ogni suo sussulto: “Io non posso dirle quali
soluzioni prendere”. Beh, credo, se non erro e non voglio addentrarmi nella
deontologia professionale dell’impiegato del centro per l’impiego, ma pare e
scusa se mi permetto di fartelo notare, che in realtà, fornirmi una quadro sommario
dei percorsi che potrei affrontare, rientri tra le tue competenze. Sorrido di
nuovo, ma preferirei infilzarmi la giugulare con le bic che tiene ordinatamente
impilate nel portapenne sulla scrivania, e le dico: “Guardi, io non le sto
chiedendo di fare delle scelte per me, avrei solo bisogno di sapere quali sono
le alternative che ho per risolvere questa impasse, quali procedimenti
burocratici dovrei eventualmente avviare…”. Niente, scuote la testa con falsa
desolazione come se le cose che dovesse dirmi facessero parte della riserbo che
si deve al terzo segreto di Fatima. Così la mia gita a Susa si conclude
mestamente nel giro di tre minuti netti con un nulla di fatto. Nella mia
recensione su questa simpatica vecchina vorrei scrivere che mantenere una
evidentissima svogliatezza nel fare il suo lavoro è piuttosto disdicevole,
soprattutto se operi in un ambito in cui ti trovi a contatto con persone che un
lavoro, invece, non ce l’hanno. Forse avrebbero più diritto loro di essere
scazzati, ne convieni, befana? Ah. E poi magari fai una cosa furba: dimostra
che i centri per l’impiego servono davvero a qualcosa. Ritirati e lascia il
posto a qualcun altro. Così ne impieghiamo uno e mettiamo un segno positivo a
sta desolazione.
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RispondiEliminaTrova, Genny? Io non credo di avere le risposte in tasca. E quando mi si presenta di fronte qualcuno che mi chiede qualcosa a cui non so dar risposta, mediamente mi scuso e rimando la questione a quando avrò i dati corretti da fornire. Nessuno di noi è onniscente e dobbiamo avere la pazienza reciproca di ricordarcelo. Non mi pare di aver generalizzato. Le dico di più. A dimostrazione del fatto che non tutti lavorino male, per dovere di cronaca, questa mattina son tornata. Dopo un'ora e mezza di coda il caso mi ha premiata e mi ha fatto giungere al cospetto di un impiegato competente, professionale e garbato. Non lo conosco ma si merita il plauso. E 5 stelline del tripadvisor dell'impiegato pubblico. Perchè non centra la professione in sè: quando si fa il proprio lavoro, qualunque esso sia, bastano poi solo un sorriso e un pò di gentilezza. Non crede?
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