AnnaGiùDalTram

giovedì 3 luglio 2014

Altro giro, altro regalo.

Ah le giostre! Il tir dei fratelli Moglia o chi per essi che quando arrivava scaricava oltre alla pista degli autoscontri, anche un po’ di marmocchi che per un breve periodo finivano smistati nelle nostre classi. Molti di noi hanno avuto un giostraio vicino di banco per almeno un paio di settimane. Alcuni, vedendo arrivare la carovana, andavano ad aiutare a scaricare e si guadagnavano manciate di gettoni per tirarsela poi con gli amici. Gli altri invece, dovevano elemosinare un po’ di spiccioli dai genitori che però, durante la festa patronale, diventavano miracolosamente più accondiscendenti. Alle giostre si poteva addirittura andare di sera, il che era una trasgressione non indifferente. Le ragazze stavano ore davanti allo specchio per prepararsi e si conciavano come se il tipo che faceva girare gli autoscontri fosse Enzo Mirigliani. I maschi non si lavavano, come da routine, ma si sparavano litri di Malizia Uomo sotto le ascelle, mettevano il cappellino con la visiera che era diventata una specie di tubo di scolo ed erano pronti per la loro serata da leoni.
Non sono cambiate molte cose dai miei tempi. L’ho appurato l’altra sera andando alle giostre in piazza della Repubblica alla Chiusa che è ancora uno di quei posti in cui quando c’è la festa patronale, arriva il carrozzone.
Le ragazze continuano a considerare quell’evento come un rito iniziatico per poter trovare marito. Dedicano sempre alcune ore allo specchio prima di uscire ma la differenza, rispetto al passato, è che lo fanno come se il tipo che fa girare gli autoscontri sia buonanima di Riccardo Schicchi. Non so se cogliete la differenza di approccio. I maschi continuano ad avere alcuni problemi di idrofobia ma in compenso trascorrono lo stesso quantitativo di ore delle ragazze davanti allo specchio. Il cappellino c’è sempre, girato un po’ di sbieco ma con la visiera dritta, piatta, che conferisce immediatamente un’aria garula. Non avete mai notato? E' una roba che pure se se lo mettesse Renato Dulbecco correrebbe il rischio di una revoca immediata del Premio Nobel. Va beh.
I ragazzi che stanno davanti al pungiball invece, ce li avete presenti? Di default sono tamarri ma tamarri di paese, quindi un po’ barotti e non possono far nulla per ovviare a questo stile che emerge prepotentemente. Hanno spesso i pantaloni mimetici, una t-shirt attillata e il borsello a tracolla nel quale mettono i soldini che nonna gli ha dato per farsi un giro alle giostre. Quelli più magrini e sfigatini stanno in disparte e fanno il tifo per il peso massimo del loro gruppo che crede che basti pesare come una vacca di Pratobotrile per potersi cimentare in questa disciplina. Mediamente i maschi che passano le ore davanti al pungiball rimangono tamarri anche superati i 40.

C’è una cosa però che è vertiginosamente cambiata: i prezzi. Un giro di calci-in-culo, alias giostra a catene, 1.50 . Vuoi saltare sul tappeto elastico? 5 minuti, 5 €. Se invece sfidi gli amici sugli autoscontri spendi come minimo 10 euro per fare 4 giri. In compenso il giorno dopo sembri la Pimpa, solo che le macchie sul corpo sono violacee tendenti al verde. Poi aggiungici 2.50 € per calpestamento di suolo giostraio e 3 milioni e 3 (come direbbe Razzi) per poter esplicare la funzione biologica di scambio dei gas fra organismo e ambiente esterno, con assorbimento dell'ossigeno ed emissione del biossido di carbonio. Ovvero, per respirare. Il tutto, te lo dice la moglie/figlia/sorella –la differenza tra i tre ruoli è sottilissima- del capo giostre che con aria scazzata ti comunica quanto fa con lo stesso tono di voce che si adopererebbe per parlare col vicino di poltrona al Regio durante la morte di Violetta nella Traviata. Al che tu educatamente, richiedi, quanto? Visto che a un palmo da te c’è un subwoofer che sfonda il muro del suono sparando un brano di Toni H. Si ripropone la stessa scena e arrendendoti le allunghi un dieci euro; lei ti lancia tre gettoni fluo, ma è inutile rimanere con il mento che poggia sul bancone del camion adibito a cassa, aspettando del resto. Lei, masticando un Big Babol con la stessa grazia di un ruminante, ha già ripreso a limarsi le unghie fucsia, in attesa della prossima festa patronale.  

2 commenti:

  1. Sempre odiato queste cose, da quando ero bambino. Continuo ad odiarle. E la cosa non mi dispiace affatto.

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  2. E se poi a Giulia ne andasse pazza?! Ahahah

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