AnnaGiùDalTram

martedì 1 aprile 2014

Non di solo selfie.

Si dice selfie solo perché fa figo. Anche se non è nulla di diverso da un autoscatto. Ma si sa, il termine autoctono rischia di essere così banale e poco accattivante... Che poi uno, mediamente, si faccia un selfie con sullo sfondo le piastrelle del bagno, è un altro discorso. Quello denota proprio la “solitudine del cesso”. Trattasi di uno status che una volta accompagnava i lettori di Topolino e della Gazzetta che sulla tazza si procuravano una anestesia temporanea che colpiva le natiche. Ora invece è il luogo deputato alla ricerca di conferme del proprio essere esteriore. Ci sono cascata pure io eh. Sei lì che ti lavi i denti e tra uno sputo e l’altro ti guardi allo specchio e pensi, “toh, guarda oggi, non sono verde kiwi come al solito; non ho la pelle a solchi geometrici come i canestrelli e neppure i capelli di una cavia tibetana. Spetta che mi faccio una foto”. E magari fuori c’è già chi si è incatenato alla porta e ha preso una saldatrice per scardinare la serratura e riuscire finalmente ad entrare per conquistarsi il suo diritto quotidiano alla libertà. Intanto tu dentro hai già fatto un book pari a quello di un viaggio safari e stai scegliendo la foto con l’occhio più vispo e lo sguardo un po’ meno ebete di quello che hai di solito. Perché ovvio: quella foto, ne sei certo, non rimarrà solo un tuo diletto. Quella foto, sì, proprio lei, quella in cui traspare quello che tu credi sia il massimo del sex appeal (in realtà la sensazione che si ha nel guardarti è simile a quella che si ha contemplando una tapparella o uno swiffer) è stata fatta per essere c-o-n-d-i-v-i-s-a. Indi per cui merita spendere ancora qualche minuto per darle una aggiustatina con qualche filtro magico made by Instagram o Retrica. Nel frattempo chi continua ad aspettare che tu esca dal bagno ha già ripetuto ad alta voce, per quattro volte e in ordine alfabetico tutti gli improperi che conosceva. Ti ha augurato la peste, il tifo, la malaria e l’herpes. E sta disperatamente cercando una scusa per suonare al vicino chiedendo asilo. Ecco. Avete mai notato? Nelle foto di Instagram sono tutte gnocche. Ma tutte! Quelle basse sembrano alte, quelle strabiche sembra abbiano occhi da cerbiatto, quelle grasse acquisiscono forme più dimensionate e quelle antipatiche paiono quasi graziose. Scegli il filtro migliore e parte il tasto condivisione. Mediamente quell’immagine diventa foto profilo di Facebook, Twitter, Whatsapp, Linkedin, Google+ e pure Badoo e Meetic, diciamocelo. Te la ritrovi ovunque. Piuttosto ti scartavetreresti il bulbo oculare pur di non vedertela propinata per l’ennesima volta sotto il naso, ma niente. Sarà sempre lì, fin che non ne arriverà un’altra in tutto e per tutto identica a questa, fatta e ritoccata come nel siparietto di cui sopra. Pubblicata la foto parte la manfrina di cui le ragazze sono campionesse olimpiche: il complimento interessato. Della serie: se oggi ti dico quanto stai bene in questa foto, domani tu dirai lo stesso della mia. E così si innesca un meccanismo diabolico per cui questi selfie mediamente hanno 387 like e 55 commenti. Meno della metà della metà, sono sinceri. Ma meno eh. Partono cuori e amore a profusione, si gode di quei momenti di gloria che ci si è procurati e con falsa modestia ci si congratula a vicenda attribuendo meriti alla sola Madre Natura. Ma ci si dimentica sempre, in modo molto ingrato e ingiusto, di quel poveretto là, fuori dal bagno che, maledicendovi, vorrebbe lasciare anche lui il suo I don’t like!

4 commenti:

  1. Per me niente selfie, grazie. Mica voglio spaventare la gente, io. Che tante volte - soprattutto la mattina - passo davanti allo specchio e vedo lì uno che sta passando nello stesso momento, lo guardo e mi dico: e questo chi è?!! Che ci fa in casa mia?!! Dunque niente selfie.
    Per me solo autoscatti.
    Rigorosamente in bagno.
    Ovviamente dopo essere riuscito finalmente a conquistarlo.

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  2. Eheheheh!!! La tua foto profilo invece come la definiamo?

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  3. D'altro canto se ogni utente s'esponesse al mondo virtuale con foto che "fanno cagare"...hai presente di quanto s'allungherebbero le file di poveretti in attesa davanti alla porta del bagno? In modo esponenziale!!! Per non parlare dei miasmi allucinanti che renderebbero "voragine" il buco dell'ozono. Sono pro-selfie ... naturalmente... per mere questioni di ecosostenibilità...(eheheheh)!!!

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