Si dice selfie solo perché fa figo. Anche se non è nulla di
diverso da un autoscatto. Ma si sa, il termine autoctono rischia di essere così
banale e poco accattivante... Che poi uno, mediamente, si faccia un selfie con
sullo sfondo le piastrelle del bagno, è un altro discorso. Quello denota proprio
la “solitudine del cesso”. Trattasi di uno status che una volta accompagnava i
lettori di Topolino e della Gazzetta che sulla tazza si procuravano una
anestesia temporanea che colpiva le natiche. Ora invece è il luogo deputato alla
ricerca di conferme del proprio essere esteriore. Ci sono cascata pure io eh.
Sei lì che ti lavi i denti e tra uno sputo e l’altro ti guardi allo specchio e
pensi, “toh, guarda oggi, non sono verde kiwi come al solito; non ho la pelle a
solchi geometrici come i canestrelli e neppure i capelli di una cavia tibetana.
Spetta che mi faccio una foto”. E magari fuori c’è già chi si è incatenato alla
porta e ha preso una saldatrice per scardinare la serratura e riuscire
finalmente ad entrare per conquistarsi il suo diritto quotidiano alla libertà.
Intanto tu dentro hai già fatto un book pari a quello di un viaggio safari e
stai scegliendo la foto con l’occhio più vispo e lo sguardo un po’ meno ebete
di quello che hai di solito. Perché ovvio: quella foto, ne sei certo, non
rimarrà solo un tuo diletto. Quella foto, sì, proprio lei, quella in cui
traspare quello che tu credi sia il massimo del sex appeal (in realtà la
sensazione che si ha nel guardarti è simile a quella che si ha contemplando una
tapparella o uno swiffer) è stata fatta per essere c-o-n-d-i-v-i-s-a. Indi per
cui merita spendere ancora qualche minuto per darle una aggiustatina con
qualche filtro magico made by Instagram o Retrica. Nel frattempo chi continua
ad aspettare che tu esca dal bagno ha già ripetuto ad alta voce, per quattro
volte e in ordine alfabetico tutti gli improperi che conosceva. Ti ha augurato
la peste, il tifo, la malaria e l’herpes. E sta disperatamente cercando una
scusa per suonare al vicino chiedendo asilo. Ecco. Avete mai notato? Nelle foto
di Instagram sono tutte gnocche. Ma tutte! Quelle basse sembrano alte, quelle
strabiche sembra abbiano occhi da cerbiatto, quelle grasse acquisiscono forme
più dimensionate e quelle antipatiche paiono quasi graziose. Scegli il filtro
migliore e parte il tasto condivisione. Mediamente quell’immagine diventa foto
profilo di Facebook, Twitter, Whatsapp, Linkedin, Google+ e pure Badoo e
Meetic, diciamocelo. Te la ritrovi ovunque. Piuttosto ti scartavetreresti il
bulbo oculare pur di non vedertela propinata per l’ennesima volta sotto il naso,
ma niente. Sarà sempre lì, fin che non ne arriverà un’altra in tutto e per
tutto identica a questa, fatta e ritoccata come nel siparietto di cui sopra. Pubblicata
la foto parte la manfrina di cui le ragazze sono campionesse olimpiche: il
complimento interessato. Della serie: se oggi ti dico quanto stai bene in
questa foto, domani tu dirai lo stesso della mia. E così si innesca un
meccanismo diabolico per cui questi selfie mediamente hanno 387 like e 55
commenti. Meno della metà della metà, sono sinceri. Ma meno eh. Partono cuori e
amore a profusione, si gode di quei momenti di gloria che ci si è procurati e con
falsa modestia ci si congratula a vicenda attribuendo meriti alla sola Madre
Natura. Ma ci si dimentica sempre, in modo molto ingrato e ingiusto, di quel
poveretto là, fuori dal bagno che, maledicendovi, vorrebbe lasciare anche lui
il suo I don’t like!
Per me niente selfie, grazie. Mica voglio spaventare la gente, io. Che tante volte - soprattutto la mattina - passo davanti allo specchio e vedo lì uno che sta passando nello stesso momento, lo guardo e mi dico: e questo chi è?!! Che ci fa in casa mia?!! Dunque niente selfie.
RispondiEliminaPer me solo autoscatti.
Rigorosamente in bagno.
Ovviamente dopo essere riuscito finalmente a conquistarlo.
Eheheheh!!! La tua foto profilo invece come la definiamo?
RispondiEliminaD'altro canto se ogni utente s'esponesse al mondo virtuale con foto che "fanno cagare"...hai presente di quanto s'allungherebbero le file di poveretti in attesa davanti alla porta del bagno? In modo esponenziale!!! Per non parlare dei miasmi allucinanti che renderebbero "voragine" il buco dell'ozono. Sono pro-selfie ... naturalmente... per mere questioni di ecosostenibilità...(eheheheh)!!!
RispondiEliminaAnalisi inattaccabile. Ahahahah
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