AnnaGiùDalTram

mercoledì 11 giugno 2014

Nell'era di Linkedin.

A proposito del mio rapporto controverso con la lingua inglese vorrei fare una riflessione su quanto i mestieri di oggi si siano inglesizzati. Ma alla nausea. Se avete un profilo su Linkedin e ce lo avete in italiano – come me- sappiatelo: siete degli sfigati. Prendetemi pure come esempio. Cosa faccio nella vita? Scrivo cose e parlo con la dizione corretta a pagamento. Benissimo, chiaro. Ma volete mettere il fascino di scrivere sul proprio curriculum: Anna Olivero journalist and speaker. Come minimo ti scappa il goccino già solo nel batterlo sulla tastiera del pc (anzi, se non sei sfigato –come me- del Mac).
Scorro i profili on line ed è un pullulare di HR, che ti viene da dire: hr positivo o negativo? Invece no, tranquilli, un HR è un addetto alle risorse umane. Molto più rilassante come definizione no? Tant’è. Poi vado avanti e trovo CEO, COO, CTO che non centra nulla con l’omonimo ospedale anche se ste diciture ti fanno venire il trauma cranico. Questi tre sostanzialmente sono i capi, i fondatori dell’azienda per la quale lavorano. Sì ma la cosa che mi fa svalvolare è che trovi gente di vent’anni che ha fondato l’associazione degli amici del calcio a 8 e organizza eventi sportivi per rinnegati dal mondo calcistico, che si definisce Ceo and foundator. Amico mio sì, fa figo. Magari fa anche un po’ curriculum perché per lo meno ti sei inventato come occupare il tuo triste e desolato tempo libero causato dalla scelta di aver proseguito gli studi universitari. Ma anche se non te la tiri va bene uguale. Ho beccato un tot di gente che conosco che si è messa a fare il chief. Ho pensato, toh guarda, s’è buttato nel campo culinario. Poi con dispiacere ho dovuto comprendere che significava che era diventato il capetto della sua azienduccia. Prestigioso, certo, ma al contempo banale.
I migliori sono quelli che lavorano nelle agenzie di comunicazione. Li adoro. Magari hanno uno stanzino tre metri per tre dove impaginano volantini per la parrocchia ma si sono fatti la foto dello staff e ognuno ha il suo ruolo, inglesizzato, ovvio. Poi ci sono quelli già un po’ più su di tono, anche bravi, che sognano di avere un sito internet pieno di codici e sigle che manco Google translate, ancor prima di aver pagato i propri dipendenti.
Mi sono imbattuta un giorno nel leggere le mansioni di un tizio che fa il data mining specialist, che in sostanza è un cervellone informatico che analizza flussi di dati. Un nerd senza possibilità di redenzione, insomma. Ebbene, leggete con me in cosa consistono le sue mansioni in azienda: “Disegna le migliori soluzioni nel binomio digital goals e IT development. E' digital architect e coordina i team di backend development. Fa sì che le leve del progress marketing thinking siano presenti in tutti i tools sviluppati per garantirne le migliori prestazioni e redemption”. Nel dubbio: a’ sorreta.  Ma vi rendete conto? Sapete che il correttore di Word è talmente impazzito che di queste tre righe mi ha sottolineato parole in rosso a caso, anche corrette in italiano?
Magari sono io che sono troppo purista e che non comprendo che certi linguaggi, importati con l’avvento della tecnologia made in Usa, non si possano italianizzare. Capisco pure che se si lavora per un brand –anzi- per un marchio internazionale, la seconda lingua è fondamentale anche nel definire il proprio ruolo professionale ma diversamente è proprio solo uno sfoggio di cultura, se mi permettete, un po’ spocchioso. Da questo punto di vista adoro gli spagnoli. Laddove gli è stato possibile hanno mantenuto la loro lingua. Il mouse del computer, per dire, si chiama ratòn. Il football loro lo scrivono e lo pronunciano fùtbol, l’hot dog è un perrito caliente, dove perro significa cane; il guard rail è il quita miedo, cioè il togli paura, il phon è il secador e i jeans (manco la parola jeans traducono!) sono i vaqueros perché erano i pantaloni usati dai mandriani. Meravigliosi.

4 commenti:

  1. Io penso di aver capito come mai il correttore del tuo word ha fatto così. Sono messo male davvero... (Ah, sul mio curriculum non credo ci sia neppure una parola in inglese: sono messo bi-male davvero...)

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  2. Devo finire di leggere le tue storie! Due di quelle che ho letto sembravano poesie!

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  3. ...solo gli spagnoli hanno davvero capito quale vera "seccatura" provochi il phon. Credo, personalmente, di poterne vantare il merito: anni fa, devono aver intravisto i miei capelli in Andalusia, decidendo così definitivamente di non inglesizzare mai il termine in questione!

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  4. Pensa se piemontesizzassimo le parole....beh, in realtà spesso già lo facciamo...tipo: mi sono raviolato nella terra, che s-giaglio quel film dell'orrore e non fare troppo ciadello...eheheh

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