AnnaGiùDalTram

mercoledì 18 giugno 2014

Quando la ciabatta fa tendenza.

L’altro giorno sono entrata in un negozio di abbigliamento maschile e ho pensato che per poter mettere quei vestiti lì al massimo puoi avere 21 anni, devi frequentare la palestra tre volte alla settimana, depilarti integralmente, guardare “Uomini e Donne” e avere la tintarella di Carlo Conti. Altrimenti c’è niente da fare, fai ridere. Partiamo dalle t-shirt. Sono quasi tutte trasparenti o con colori tipo rosa fluo o verde acqua. La maggior parte con scollo a V che arriva più o meno all’altezza dell’ombelico. Per cui capite le conditio sine qua non di cui sopra. 
Le giacche. Sapete no, che adesso si usano gli spezzati. Ecco. Le giacchette che però sono giuste sulle spalle, automaticamente hanno le maniche che ti arrivano al gomito e non le chiudi. Poi chiedi al commesso: ma com’è sto fatto? E’ la mia taglia ma non si chiude. E lui con lo sguardo alla Dolce&Gabbana (nel senso che somiglia a entrambi contemporaneamente), l’occhiale da hipster e l’orologio al polso delle dimensioni di un pendolo a cucù, ti dice candidamente: “Ma adesso si usano così”. Valà. 
I pantaloni hanno il risvolto e stanno appena sopra la caviglia. Quando andavo a scuola e mia mamma mi faceva il risvolto ai jeans mi sentivo una disadattata; peggio ancora quando toglieva il risvolto e mi faceva l’orlo ad acqua in casa: ho vissuto traumi infantili di prese per i fondelli non indifferenti. E non fate i furbi perché è successo ad ognuno di voi. 
Apriamo il capitolo scarpe e cominciamo dalle All Star. Intanto ammetto le mie colpe: ne ho cinque paia e non mi basterebbero mai. Andrei solo in giro così, alla faccia di ballerine e dècolletè senz'altro molto più aggraziate. Vent’anni fa le vendevano al mercato e te le tiravano dietro perché erano di gomma pura e i piedi lì dentro prendevano vita emanando lo stesso odore che senti passando in tangenziale nei pressi della Lipitalia. L’ultimo paio che ho comprato me l’hanno venduto come se fossero già sporche e con gli strappi di lato, fichissimi. Con la scusa che fossero limited edition mi hanno ficcato una randellata sui denti che ho dovuto promettere a San Crispino, patrono dei calzolai, che non ne avrei più comprate per tre anni per ammortizzare la cifra. O le Superga. C’era un banco che vendeva le scarpe vicino a quello di “Ebedeigiocattoli”, quando il mercato era ancora in piazza, che le aveva. Costavano una cosa tipo 10-15 mila lire. E durante tutto il ciclo delle elementari le ho sempre avute, un po’ bianche, un po’ blu. Adesso costano come minimo 50 euro ma l’odore che alla sera emanano è poi sempre lo stesso. E vogliamo parlare delle espadrillas? Noi le mettevamo o nelle recite della scuola per non rovinare il palchetto del teatrino oppure in vacanza al mare. In giro con gli amici mai, perché erano un po’ da sfigati. Ora le vendono color pastello per i ragazzi che vanno a comprare nei negozi di cui vi parlavo prima. E se vai a fare aperitivo in piazza Vittorio con le espadrillas, becchi un casino. Ma robe da matti. 
Dedichiamo anche un minutino al K-Way. Sì sì cari cicisbei, quello che diventava un marsupio con le strisce di elastico a righe che uscivano dalla tasca; ce lo facevano mettere quando andavamo a fare la castagnata a Madonna della Neve o in gita a Oropa dove sistematicamente pioveva. Era verde smeraldo o rosso vivo; averlo blu, più discreto, era già una benedizione per pochi. Adesso è diventato un marchio, c’hanno fatto pure il negozio in via Roma a Torino e all'aeroporto di Caselle e i prezzi variano tra i 55 ai 170 euro. 
Basta ho deciso, devo riesumare un po’ di roba dall’armadio e far vedere a sti pivelli da dove nascono le mode: dai pomeriggi uggiosi in cui dovevamo per forza andare in gita con la parrocchia. Tiè. 
E poi sono pronta a scommetterci: tra vent’anni, care fanciulle, il vostro principe azzurro verrà a prendervi sotto casa in sella a un Ciao della Piaggio, con le Crocs ai piedi e avrete pure il coraggio di dire che sarà un bonazzo da paura. 

2 commenti:

  1. ...mi sto capottando dalle risate per: "lo sguardo alla Dolce&Gabbana (nel senso che somiglia a entrambi contemporaneamente)" ahahahah! ( non appena ci si incontrerà, te ne chiederò anche l'imitazione... son certa che non mi deluderai!!!

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