AnnaGiùDalTram

martedì 8 agosto 2017

La rivolta dei GPD -parte1-

Mi perdonerete lo sfogo? Avrete pietà di quello che vi potrà sembrare un frullato misto di cinismo-invidia-supponenza? Perché già vi avverto: sto per addentrarmi in un sentiero tortuoso assai, che ho rimandato da troppo tempo ma che ora grida vendetta. Mamme, papà: Madre Natura, Dio, Buddha, Allah, la fortuna, la coincidenza, il fato vi hanno fatto due regali meravigliosi. Il primo è il più stupendo di tutti: siete genitori di piccoli batuffoli di cotone che vi amano alla follia. Quando cresceranno potrebbero perdere consistenza e sentimenti ma non è adesso il momento di pensare alla loro fase adolescenziale. Il secondo è la possibilità di connettervi, fotografare, condividere qualsiasi momento della vostra creatura. Se sul primo regalo mi permetto di invitarvi a una profusione smisurata, sul secondo siate sobri: un po' meno, per favore. Ve lo dico perché sento nell’aria odore di rivolta dei passeggini. Nel senso che a volte (spesso, spessissimo direi) tendiamo a dileggiare la categoria di questi poppanti che un giorno non troppo lontano cresceranno e rivedendo le foto e i video che mandavate di loro, povere stelle ignare, ai 162 gruppi di whatsapp ai quali siete iscritti, su Facebook, Twitter e Google+, beh, ve lo dico senza giri di parole, si incazzeranno come dei puma. E io sarò insindacabilmente dalla loro parte, Mamme&Papà, sarò la loro Susanna Camusso, perché avranno ragione da vendere.
Sapete quanto sia importante il dovere di cronaca e dunque vi fornirò, come sempre, esempi di vita vissuta. Ce n’è molti, di questi esempi, troppi. Quindi ho deciso di aprire una rubrica periodica su questo tema in modo da monitorarne la pericolosa deriva.
L’altro giorno un collega di Milano, un nome anche abbastanza accreditato nel panorama dell’opinionismo politico in tv e sulla carta stampata, pubblica su Facebook un video del figlio che per riservatezza chiameremo Tancredi. Un bambino stupendo, bellissimo: ricci biondi e occhi blu notte. Avrà 2 anni e mezzo 3. Lo riprende mentre in milanese il bimbo dice “Ho fatto le puzzette”, con la “E” bella aperta alla “Uè testina”. Il padre (che tra l’altro vince il premio “olfatto bionico 2017” per non essersene accorto) gli domanda candido: “E adesso che vuoi fare, andiamo?”. Al che il bimbetto con somma ovvietà dice “Mi scappa la cacca, andiamo”. Ma il padre, tronfio dello scoop che stava registrando in diretta, anziché spegnere sto maledetto telefono e portare il nano a liberarsi di ciò che ormai era in fuorigioco nel suo culetto santo, insiste:
“Ti scappa?”.
Tancredi, silenzio.
“Eh?”.
Tancredi, sguardo perso nel vuoto.
“Andiamo in bagno?”.
Tancredi, “ho fatto la cacca”, boccuccia che esprime sommo dispiacere, occhi bassi, un visino tra il vergognato e il dispiaciuto.
Ma al padre, dotato di intuito felino, tutto ciò non basta:
“Non l’hai fatta addosso…”.
Tancredi, “sì, sì l’ho fatta addosso”.
“Ma no amore, non l’hai fatta addosso, dai andiamo in bagno, forza”.
“Ma io l’ho fatta addosso la cacca!”.
Tancredi si tocca con la manina i pantaloni poi si guarda per vedere se c’è il corpo del reato. Non c’è. E' ovviamente rimasto incastrato nei Pampers. Tancredi, peccato. Peccato davverissimamente. Perché era l’occasione per far diventare questo video la bandiera della protesta dei Giovani Poppanti Dileggiati (che d’ora in poi chiameremo GPD) e ficcare una manata piena sul naso al bauscia.
Maledizione! Tancredi te l’aveva detto: puzza. Tancredi te l’aveva ribadito: mi scappa. Tancredi te l’ha ripetuto due volte: l’ho fatta addosso. Ma vuoi portarlo al cesso sì o no sto povero gagno anziché fargli un video e postarlo su Facebook alla mercè di tutti? Tancredi tieni duro (visti anche i tuoi problemi di contenimento) un giorno crescerai, i tuoi genitori invecchieranno e ci sarà un ribaltamento di ruoli: il pannolino lo metterà il tuo papà e lì sì che avremo la nostra rivincita. REC.

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