Allora, leoni da tastiera, oggi
sono costretta a darvi una lezione di umiltà. Prima di scagliarvi come belve
inferocite sulle vittime di turno, gradirei che imparaste a documentarvi. E io,
grazie alla grandissima capacità analitica che mi contraddistingue, vi
illustrerò in maniera empirica come si fa. Sfrutterò l’occasione per esaminare
un caso che mi sta particolarmente a cuore e che non può essere più taciuto.
Quest’oggi
miei prodi, parliamo di chi tiene le mutande sotto il costume. Anzi, più
precisamente dei maschi, che tengono le mutande sotto il costume. Perché al
mare le femmine fanno un sacco di altre genialate ma questa, grazie al Cielo,
no.
Allora, in spiaggia, chi più chi meno, quest’anno ci siete già andati tutti
e anche voi avete assistito allo scempio. Ma come vi dicevo, non mi limiterò
a inveire contro questa moda bislacca, no. Io ho approntato un breve sondaggio
con tanto di interviste. Perché, non mi vergogno a dirlo, ho amici, colleghi e
parenti stretti che di questo modus balneandis sono avvezzi. Intanto non
cominciamo a prendercela con gli adolescenti perché i tre casi da me esaminati hanno
età varie tra di loro. E ci sono anche degli adulti. Il più vecchio, che è l’amico
(quindi uno che ho deliberatamente scelto di frequentare tra l’altro) tiene le
mutande anche sotto la tutina della bici, quindi è un caso evidentemente perso.
La sua motivazione è, udite udite, l’igiene. Ergo, per non far entrare in
contatto i preziosi di famiglia con lo iodio, preferisce mettere lo slip di
cotone a protezione. Il fatto che poi, tenere la mutandina intrisa d’acqua
sotto il boxer che funge da costume, magari per mezza giornata in mezzo alla
sabbia, favorisca una proliferazione di muschi e licheni nella zona tra lo
scroto e il prepuzio che manco nella tundra delle aree polari artiche, ah, quello va bene, è igienico.
Ma proseguiamo con la
testimonianza del collega che afferma con assoluta serenità la rapidità con cui
il cotone sulla pelle asciughi non appena si esca dall’acqua. Ah davvero?
Per mia esperienza quando stendo le magliette, al sole di luglio, se non ci sono 40 gradi percepiti e vento di favonio forza 33 nodi, quella roba
lì mica asciuga tanto in fretta e se non asciuga, puzza. Quindi non mi
turlupinare: se tieni le mutande sotto il costume, dopo il bagno, puzzano.
Puzzano anche perché sfregano e non raccontiamoci storie: l’acqua del mare non
ha mica lo stesso effetto di un bidè fatto col sapone di Marsiglia. Però il collega
non cede e mi dice: “Meglio veder la mutanda che esce dal costume che la canala
di scolo”. Ineccepibile. Anzi, forse mi ha convinto.
Ma ho avuto bisogno ancora
di una testimonianza per trarre le mie conclusioni. E allora ho chiesto al
parente per avere conferma che i miei geni sopravvalutati trovassero un
effettivo riscontro. Così è stato e ho indagato tirando fuori un argomento al
quale tutti voi vi sottrarrete con aria schifata ma almeno questa volta non
siate ipocriti. Già perché la pipì in mare la facciamo tutti. Chi nuotando a
rana con aria estasiata, chi andando al largo fingendo di osservare
all’orizzonte i pedalò, chi seduto a riva tra una risacca e l’altra. Mettetevi
nella categoria che più vi rispecchia ma siate onesti.
Ebbene, il maschio con
la mutanda sotto il costume, che fa in questi casi? La fa. Sempre e comunque.
Ma, nel caso specifico da me intervistato con un filo di ribrezzo addosso, tira
giù l’ambaradan e innaffia liberamente l’oceano mare. Così non rimangono tracce sul tessuto una volta
usciti dall’acqua. Fantastico. Un po' meno per chi si trovi a fare snorkeling
nei paraggi ma la cosa non mi riguarda: se voglio vedere dei pesci preferisco
farlo quando siano già fritti in pastella.
Infine, ultimo dettaglio che mi
preme fornirvi, è che la mutanda sotto il costume va scelta con stile. Intanto
sono da preferire slip e non boxer che interferiscano con il costume. Poi
l’elastico va delle dimensioni di una spanna, possibilmente marca “Uomo”,
“D&G” o “Calvin Klein”. Del mercato. Anche tarocchi. Così esce un po' di cafonaggine
media alla quale comunque i maschi italiani sono affezionati. E poi
il costume va tenuto giù, calato, di modo che la mutanda, la vera protagonista di
questo sfoggio di virilità, svetti con fierezza sopra le chiappe.
Ecco. Credo
di avervi detto tutto e avervi fornito una serie dettagliata di elementi per
permettervi di scegliere da che parte stare. Io sto con il poliestere e la
retina che asciugano in fretta e tengono su con delicatezza ciò che la forza di
gravità chiamerebbe a sé. Io, che ambisco sempre a libertà, leggerezza ed
amorosi sensi, vi invito a non sentirvi costretti là sotto, che già la vita
tende a soffocarci. Lasciamo che almeno la nostra intimità goda di un po' di
sana anarchia.
Nessun commento:
Posta un commento