AnnaGiùDalTram

giovedì 29 maggio 2014

Scheda burla.



Questa volta è colpa di Daniela e Samanta, due mie amiche che sapendomi ai seggi mi hanno chiesto se non fossi riuscita a trovare qualche spunto. La risposta è stata: “Euh se ne ho trovati!”. Però raccontarvi tutto significherebbe costringervi davanti allo schermo per lo stesso numero di ore che ci abbiamo impiegato noi a spogliare tutte quelle schede moltiplicate per tre. E non è il caso. Ce ne sarebbe da dire sulla tipologia di elettori, così come sui rappresentanti di lista e sui candidati. Ma limitiamoci ad analizzare insieme alcune delle schede nulle che sono state aperte nel mio seggio di Almese. Ecco la classifica: al decimo posto si piazza un certo elettore che su tutte e tre le schede elettorali ha scritto ripetutamente e a grandi lettere “Mongrano”. Ho anche cercato su Wikipedia se sto Mongrano fosse un candidato delle passate legislature o se fosse una località turistica che il caro cittadino suggeriva a noi scrutatori con l’aria sconvolta che abbiamo coerentemente mantenuto dalle 7 del mattino di domenica alle 3 di martedì notte. Ma non ho trovato risposte. Ho deciso che Mongrano sia un amore di gioventù del cittadino in questione, che appena si trova con una penna in mano e un’occasione proibita, lo rievoca con passione. Al nono posto abbiamo l’elettore (in realtà sarebbe una femmina, ma per eleganza e per giuramento di segretezza facciamo finta che sia un uomo) che accanto al simbolo da lui prescelto ha fatto che firmarsi, così, come se fosse una cambiale. Ma è colpa della burocrazia se questo povero signore quasi novantenne si è confuso; con tutte le carte che avrà già dovuto firmare in vita sua, firma più, firma meno avrà fatto che siglare anche sti papiri. Ottavo posto al commento “Andate a lavorare deficienti”, che per altro spero fosse riferito ai politici di questa tornata perché io quei tre giorni ai seggi me li ero proprio scelti come lavoro momentaneo, indi per cui dovrei spiegare a questo mio compaesano che ha preso un abbaglio. Però nota di merito per aver scritto “deficienti” in modo corretto; ho controllato, giuro. Quasi pari al precedente il “vergogna” inciso sulla scheda impugnando la matita come un punteruolo di quelli che ci facevano usare le suore all’asilo per ripassare i contorni delle figure.  Diciamo che con uno così accanito non avrei voluto condividere la cabina elettorale; per fortuna che il voto è segreto e personale. Sesto posto per il revival, l’amarcord, il ritorno, la vendetta, chiamatelo come volete: colui che si prende la briga di scrivere il nome del duce. Un bel Benito Mussolini con tanto di cura nell’esecuzione della B e della M. Un esercizio di bella calligrafia, come proponeva Alberto Manzi quando insegnava l’italiano alla tv ma il cui contenuto lascia un solo commento unanime e sconsolato: “Eh va beh”. Al quinto posto abbiamo invece un elettore simpatico che ci ha disegnato degli smile grandi come quelle lenzuola sulle quali immagino abbiate votato anche voi. Beh, ci ha donato un sorriso che verso le 2 della notte di domenica ci ha confortato. Saliamo di categoria e abbiamo l’elettore che di fianco al simbolo di “Forza Italia Berlusconi” ha dato la preferenza a Renzi. Che dici: o sto qui non ha capito un tubo oppure ha tentato in modo sottile di fare il veggente. Al quarto posto c’erano le schede in cui l’elettore ha dimostrato che per il governo dell’Europa e della Regione desiderava essere rappresentato non da un candidato qualunque ma addirittura dall’Uomo Ragno. Tra politici che si attaccano alla poltrona come zecche, grilli e mosche, avremmo così completato quasi tutto l’insettario. Secondo posto, “Gesù salva”. Il che considerando il curriculum e il modus vivendi di quelli che si definiscono attuali salvatori della patria, preferisco effettivamente mettermi il cuore in pace e attendere il ritorno del Messia. Al primo posto vince la classifica delle elezioni 2014 la fanciulla (beh, noi abbiamo voluto credere che fosse tale e non un energumeno di 1.90 per 80 kg con la barba e i peli sulle gambe) che ha scritto “Marco Alliano sei un figo”, col cuore e sulla scheda delle regionali. Ora, per chi non lo sapesse, Marco Alliano è il macellaio di Rivera e sicuramente una dedica così non l’aveva ricevuta mai. L’ultimo chapeau fuori classifica ma questa volta senza alcuna ironia, va alla votante –suppongo- più anziana di tutta Almese; la signora che alla bellezza di 100 anni e mezzo suonati si è presentata al seggio con la sua scheda elettorale. Ditemi voi se non è questo un esempio straordinario di civismo di una donna che nella sua vita ha visto evoluzioni e implosioni pindariche della sua patria. Ditemi voi se questo non è amore per il nostro Paese. Permettetemi di dire, un amore, nonostante tutto.

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