Questa volta è colpa di Daniela e
Samanta, due mie amiche che sapendomi ai seggi mi hanno chiesto se non fossi
riuscita a trovare qualche spunto. La risposta è stata: “Euh se ne ho
trovati!”. Però raccontarvi tutto significherebbe costringervi davanti allo
schermo per lo stesso numero di ore che ci abbiamo impiegato noi a spogliare
tutte quelle schede moltiplicate per tre. E non è il caso. Ce ne sarebbe da
dire sulla tipologia di elettori, così come sui rappresentanti di lista e sui
candidati. Ma limitiamoci ad analizzare insieme alcune delle schede nulle che
sono state aperte nel mio seggio di Almese. Ecco la classifica: al decimo posto
si piazza un certo elettore che su tutte e tre le schede elettorali ha scritto
ripetutamente e a grandi lettere “Mongrano”. Ho anche cercato su Wikipedia se
sto Mongrano fosse un candidato delle passate legislature o se fosse una
località turistica che il caro cittadino suggeriva a noi scrutatori con l’aria
sconvolta che abbiamo coerentemente mantenuto dalle 7 del mattino di domenica
alle 3 di martedì notte. Ma non ho trovato risposte. Ho deciso che Mongrano sia
un amore di gioventù del cittadino in questione, che appena si trova con una
penna in mano e un’occasione proibita, lo rievoca con passione. Al nono posto
abbiamo l’elettore (in realtà sarebbe una femmina, ma per eleganza e per
giuramento di segretezza facciamo finta che sia un uomo) che accanto al simbolo
da lui prescelto ha fatto che firmarsi, così, come se fosse una cambiale. Ma è colpa della burocrazia se questo povero
signore quasi novantenne si è confuso; con tutte le carte che avrà già dovuto
firmare in vita sua, firma più, firma meno avrà fatto che siglare anche sti
papiri. Ottavo posto al commento “Andate a lavorare deficienti”, che per altro
spero fosse riferito ai politici di questa tornata perché io quei tre giorni ai
seggi me li ero proprio scelti come lavoro momentaneo, indi per cui dovrei
spiegare a questo mio compaesano che ha preso un abbaglio. Però nota di
merito per aver scritto “deficienti” in modo corretto; ho controllato, giuro. Quasi
pari al precedente il “vergogna” inciso sulla scheda impugnando la matita come
un punteruolo di quelli che ci facevano usare le suore all’asilo per ripassare
i contorni delle figure. Diciamo che con
uno così accanito non avrei voluto condividere la cabina elettorale; per
fortuna che il voto è segreto e personale. Sesto posto per il revival,
l’amarcord, il ritorno, la vendetta, chiamatelo come volete: colui che si
prende la briga di scrivere il nome del duce. Un bel Benito Mussolini con tanto
di cura nell’esecuzione della B e della M. Un esercizio di bella calligrafia,
come proponeva Alberto Manzi quando insegnava l’italiano alla tv ma il cui
contenuto lascia un solo commento unanime e sconsolato: “Eh va beh”. Al quinto
posto abbiamo invece un elettore simpatico che ci ha disegnato degli smile
grandi come quelle lenzuola sulle quali immagino abbiate votato anche voi. Beh,
ci ha donato un sorriso che verso le 2 della notte di domenica ci ha confortato.
Saliamo di categoria e abbiamo l’elettore che di fianco al simbolo di “Forza
Italia Berlusconi” ha dato la preferenza a Renzi. Che dici: o sto qui non ha
capito un tubo oppure ha tentato in modo sottile di fare il veggente. Al quarto
posto c’erano le schede in cui l’elettore ha dimostrato che per il governo
dell’Europa e della Regione desiderava essere rappresentato non da un candidato
qualunque ma addirittura dall’Uomo Ragno. Tra politici che si attaccano alla
poltrona come zecche, grilli e mosche, avremmo così completato quasi tutto
l’insettario. Secondo posto, “Gesù salva”. Il che considerando il curriculum e
il modus vivendi di quelli che si definiscono attuali salvatori della patria,
preferisco effettivamente mettermi il cuore in pace e attendere il ritorno del
Messia. Al primo posto vince la classifica delle elezioni 2014 la fanciulla
(beh, noi abbiamo voluto credere che fosse tale e non un energumeno di 1.90 per
80 kg con la barba e i peli sulle gambe) che ha scritto “Marco Alliano sei un figo”,
col cuore e sulla scheda delle regionali. Ora, per chi non lo sapesse, Marco
Alliano è il macellaio di Rivera e sicuramente una dedica così non l’aveva
ricevuta mai. L’ultimo chapeau fuori classifica ma questa volta senza alcuna
ironia, va alla votante –suppongo- più anziana di tutta Almese; la signora che
alla bellezza di 100 anni e mezzo suonati si è presentata al seggio con la sua
scheda elettorale. Ditemi voi se non è questo un esempio straordinario di
civismo di una donna che nella sua vita ha visto evoluzioni e implosioni
pindariche della sua patria. Ditemi voi se questo non è amore per il nostro
Paese. Permettetemi di dire, un amore, nonostante tutto.
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